Raffaele Poidomani
(Modica, 1912-1979)
Scrittore
Scrittore
«Dotato di larga cultura e di ingegno vivo e bizzarro, realistico osservatore del mondo in cui aveva trascorso gli anni della prima giovinezza, Raffaele Poidomani è riuscito a dare in “Carrube e cavalieri” la rappresentazione obiettiva, vigorosa e sapida d’umorismo, di una realtà locale che affonda le radici nel medioevo feudale e in cui si muovono alcuni caratteristici tipi della piccola nobiltà di provincia.
Avverso all’accademismo, quanto a stile, dotato di una immaginazione mediterranea che si nutre di cose reali, di forme, di suoni e di colori, Poidomani, in “Tempo di scirocco”, raggiunge vette altissime di lirismo verista, venato di malinconia, di quel senso di impotenza contro un destino avverso, da tragedia greca. Due opere, tra le tante, la cui componente stilistica, malgrado ripetuti tentativi, nessuno è riuscito ad imitare; due opere che, pure ignote al grande pubblico nazionale per difetto di patroni, marcano con segno profondo la letteratura contemporanea.
Novellista insuperato e maestro di un genere dotto ed estroverso, oltre che poeta estemporaneo, Raffaele Poidomani aveva una conoscenza perfetta della paleografia - acquisita nella trascrizione di centinaia e centinaia di documenti dell’archivio della Contea di Modica - che lo abilitava a stendere delle tesi storiche di eccezionale importanza, per la componente documentaria, assolutamente originale ed inedita.
Molte erano le richieste che gli venivano da più parti della provincia, e da fuori provincia; tanto che, ad un certo momento, ebbe bisogno di un collaboratore. Io feci al suo caso. Con il suo aiuto, appresi la difficilissima decifrazione paleografica latina, irta di segni incomprensibili e di abbreviazioni geroglifiche; e il mio apporto divenne essenziale quando i suoi occhi non furono più in grado di leggere la sbiadita grafia medievale. Tante furono le tesi che, in perfetta armonia di intenti, concepimmo ed elaborammo insieme; quasi uguale era la conoscenza della materia storica e, perfettamente uguale, il bisogno di procurarci dei fondi per vivere dignitosamente.
Raffaele Poidomani si rivelò una miniera ricchissima di documenti medievali, in volumi di Lettera che l'amicizia con Raffaele Grana Scolari - archivista del Comune - gli aveva dato modo di trattenere. Parecchi di questi volumi - ognuno contenente molte centinaia di documenti tra il Quattrocento e il Settecento - rimasero in mio possesso quando un ictus cerebrale spense la vivida intelligenza del mio amico. Detto per inciso, questi volumi, qualche anno fa, li ho restituiti alla Sezione dell'Archivio di Stato di Modica. Un prezioso e voluminoso documento del 1474, che Raffaele mi diede in visione, prima di venderlo al professore Enzo Sipione, dell'Università di Catania (io non avevo i mezzi per acquistarlo), costituì l'argomento basilare per la monografia sulle comunità ebraiche della Contea di Modica, che diedi alle stampe nel 1978».
Avverso all’accademismo, quanto a stile, dotato di una immaginazione mediterranea che si nutre di cose reali, di forme, di suoni e di colori, Poidomani, in “Tempo di scirocco”, raggiunge vette altissime di lirismo verista, venato di malinconia, di quel senso di impotenza contro un destino avverso, da tragedia greca. Due opere, tra le tante, la cui componente stilistica, malgrado ripetuti tentativi, nessuno è riuscito ad imitare; due opere che, pure ignote al grande pubblico nazionale per difetto di patroni, marcano con segno profondo la letteratura contemporanea.
Novellista insuperato e maestro di un genere dotto ed estroverso, oltre che poeta estemporaneo, Raffaele Poidomani aveva una conoscenza perfetta della paleografia - acquisita nella trascrizione di centinaia e centinaia di documenti dell’archivio della Contea di Modica - che lo abilitava a stendere delle tesi storiche di eccezionale importanza, per la componente documentaria, assolutamente originale ed inedita.
Molte erano le richieste che gli venivano da più parti della provincia, e da fuori provincia; tanto che, ad un certo momento, ebbe bisogno di un collaboratore. Io feci al suo caso. Con il suo aiuto, appresi la difficilissima decifrazione paleografica latina, irta di segni incomprensibili e di abbreviazioni geroglifiche; e il mio apporto divenne essenziale quando i suoi occhi non furono più in grado di leggere la sbiadita grafia medievale. Tante furono le tesi che, in perfetta armonia di intenti, concepimmo ed elaborammo insieme; quasi uguale era la conoscenza della materia storica e, perfettamente uguale, il bisogno di procurarci dei fondi per vivere dignitosamente.
Raffaele Poidomani si rivelò una miniera ricchissima di documenti medievali, in volumi di Lettera che l'amicizia con Raffaele Grana Scolari - archivista del Comune - gli aveva dato modo di trattenere. Parecchi di questi volumi - ognuno contenente molte centinaia di documenti tra il Quattrocento e il Settecento - rimasero in mio possesso quando un ictus cerebrale spense la vivida intelligenza del mio amico. Detto per inciso, questi volumi, qualche anno fa, li ho restituiti alla Sezione dell'Archivio di Stato di Modica. Un prezioso e voluminoso documento del 1474, che Raffaele mi diede in visione, prima di venderlo al professore Enzo Sipione, dell'Università di Catania (io non avevo i mezzi per acquistarlo), costituì l'argomento basilare per la monografia sulle comunità ebraiche della Contea di Modica, che diedi alle stampe nel 1978».