Saverio Scrofani Alagona - economista, letterato e vagabondo
Dialogo, maggio 1996
In un periodo ricchissimo di nomi illustri, in tutti i campi dello scibile umano, il nome di Saverio Scrofani Alagona è rimasto nell'ombra grigia della mediocrità, perfino entro la cerchia ristretta dei monti fra cui ebbe i natali.
Vissuto lontano da Modica, fin dalla prima giovinezza, errante attraverso l’Europa, nell’intento di trarre dai suoi viaggi quella esperienza che avrebbe dovuto permettere la rinascita economica ed agraria della sua Isola, il suo nome fu presto dimenticato dai suoi concittadini, mentre diveniva illustre nei posti che lo avevano avuto ospite gradito.
Spirito errabondo ed inquieto, malgrado la diversa affermazione dei più, non seppe o non volle legarsi ad una disciplina, né scegliersi una mèta definitiva. Avido di ricerche pratiche, seguì il suo istinto di vagabondo, agevolato da circostanze che favorirono l'attuazione di viaggi ricchi di attrattive; conciliò le diverse esigenze del suo spirito in una fusione armonica delle diverse tendenze. Conosciuto sopratutto come economista, Saverio Scrofani non può essere dimenticato come letterato; scrisse i suoi trattati di economia con lo stile di un dotto giornalista; le sue esperienze di viaggio trattano principalmente materia letteraria. Ai margini tra economia e letteratura, non seppe o non volle dedicarsi esclusivamente ad una sola vocazione; non seppe o non volle scegliersi una sola via da seguire, con tutta la portata e tutta la vitalità del suo ingegno molteplice. Non seppe o non volle.
L’attività di Saverio Scrofani è più varia e più complessa di quanto si possa immaginare. Ebbe cariche importantissime nel Granducato di Toscana, nella Repubblica della Serenissima e nel Regno di Napoli. Visitò Londra e Parigi, per curare le edizioni in inglese e in francese delle sue opere. Dalla capitale francese fu costretto a fuggire, per non finire sulla ghigliottina, sospettato di congiurare contro la Francia, nel periodo del Terrore, quando bastava molto meno per finire decapitato.
Per incarico della Repubblica veneta, a scopo di studio, visitò la Grecia, la Turchia, l'Egitto e le isole dell'Oriente europeo. Della sua vasta produzione, sono da ricordare: Memorie sulla libertà del commercio dei grani in Sicilia, presentate al re di Napoli; Riflessioni sopra le sussistenze desunte dai fatti osservati in Toscana; Memorie di economia politica; Viaggio in Grecia; Viaggio in Levante; Della dominazione degli stranieri in Sicilia e, in particolare, Tutti han torto. Quest’ultima opera, sui fatti osservati in Francia durante la rivoluzione.
In ogni suo scritto domina la tenace volontà di ricerca del benessere comune e del miglioramento della società del suo secolo, attraverso i grandi esempi del passato, non per soffermarvisi o ripeterne gli errori, ma per una logica evoluzione verso un mondo migliore. Fa riferimento alla storia per trarre spunto alle sue conclusioni concrete sulla necessità di mutuo rapporto tra nazioni che hanno uguale intensità di bisogni.
Le sue dissertazioni sull'agricoltura e sul commercio in generale delle nazioni di Europa, tendono a dimostrare l'utilità di una collaborazione diretta alla elevazione delle condizioni economico-sociali dei popoli. Le sue osservazioni nel campo dell'economia ebbero larga messe di consensi e di elogi, sia in Italia che all'estero. Consigli ed incoraggiamenti gli vennero, persino, da Adam Smith, il grande economista inglese, che aveva pubblicato la sua opera più famosa, quando lo Scrofani aveva appena vent'anni.
Come letterato, merita di essere ricordato sopratutto per il suo Viaggio in Grecia, un libro che, destinato ad essere un quadro sull'agricoltura e sul commercio nel Levante, risultò una raccolta di impressioni in cui la tecnica agricola e la parte economica sono appena accennate. Profondo motivo di amarezza, per lo Scrofani, è il contrasto stridente tra i ricordi di un passato luminoso e la cruda realtà di un presente meschino ed inglorioso. In quell'antica terra di eroi, di filosofi e di poeti, che lui è venuto ad analizzare come economista, ”ogni passo è un quadro, ogni quadro un sublime tratto di storia, ogni tratto di storia un insegnamento”.
Le pubblicazioni dello Scrofani interessarono economisti, geografi e letterati.
Chateaubriand, Malthe Brun, Monti e tanti altri si servirono, nelle loro opere, di citazioni e dati del Modicano. Madame de Staël gli tradusse in francese il Viaggio in Grecia; Adam Smith ne curò l'edizione in inglese. Amici fedeli, come il Bertola ed il Cesarotti, descrivono le sue avventure di viaggio ed illustrano le attività di questo antesignano del giornalismo italiano.
Il riconoscimento alla sua opera letteraria e scientifica gli venne dall'Accademia della Crusca, che lo nominò suo Socio, dall'Istituto Nazionale di Francia e dall'Accademia delle Iscrizioni e Belle Lettere, di cui fu corrispondente.
Fu, forse, l'unico rappresentante siciliano del movimento culturale reazionario, che si chiamò dell’illuminismo, e che si ispirava alla ragione e alla scienza, per combattere l'ignoranza, i pregiudizi e la tradizione. Senza voler pretendere di innalzarlo al livello degli inglesi Hume e Locke, dei francesi Voltaire e Montesquieu, e dei tedeschi Herder e Lessing, è ben degno di essere equiparato agli italiani Galiani, Genovesi e Beccaria.
Il suo apporto al neoellenismo non fu meno notevole di quello del Foscolo e dello Shelley. Perchè, mentre i versi di questi ultimi si ispirano alla bellezza classica dell'antica Grecia, ai suoi fasti e alle sue glorie, nelle opere dello Scrofani è intensamente vivo il rimpianto nostalgico per un mondo definitivamente scomparso.
Monti, sacri rifugi alle Muse, boschi risuonanti delle grida di ninfe e di satiri rincorrentisi, templi maestosamente superbi, sono i pallidi fantasmi del passato. Il presente è silenzio e distruzione. E il fiero popolo di eroi è letteralmente schiacciato sotto il tallone dominatore del turco. Visioni squallide, considerazioni dolorose, un contrasto assurdo, terribilmente vero, che è di pena infinita alla sua anima di artista e di accorata tristezza al suo cuore fanciullo di eterno vagabondo.
Giovanni Modica Scala
_________________________
Oltre alle opere citate nel testo, sono state pubblicate le seguenti:
Corso completo di agricoltura
Descrizione della Morea
Lettere sulle belle arti
La festa di Venere
Le guerre servili in Sicilia, sotto i Romani
Spiegazione di due vasi fittili, detti etruschi
Pesi e misure in Italia e in Francia
Donne francesi ed italiane
Illustrazione di un quadro di Pietro Novelli, il Monrealese
Sono rimaste inedite molte Memorie, Lettere, Considerazioni, Relazioni, Descrizoni, Rapporti ed Impressioni. Oltre quelli citati nel testo, lo Scrofani ebbe i seguenti titoli onorifici: Socio dell'Accademia degli Eccitati, Socio della Reale Accademia Fiorentina, Corrispondente della Società Colombaria Fiorentina, Socio della Reale Accademia Peloritana di Messina, Socio dell'Accademia Gioiena di Catania, Socio dell'Accademia dei Zelanti di Acireale, Socio Onorario della Pubblica Società Economica di Spalato, ed altri ancora.
Vissuto lontano da Modica, fin dalla prima giovinezza, errante attraverso l’Europa, nell’intento di trarre dai suoi viaggi quella esperienza che avrebbe dovuto permettere la rinascita economica ed agraria della sua Isola, il suo nome fu presto dimenticato dai suoi concittadini, mentre diveniva illustre nei posti che lo avevano avuto ospite gradito.
Spirito errabondo ed inquieto, malgrado la diversa affermazione dei più, non seppe o non volle legarsi ad una disciplina, né scegliersi una mèta definitiva. Avido di ricerche pratiche, seguì il suo istinto di vagabondo, agevolato da circostanze che favorirono l'attuazione di viaggi ricchi di attrattive; conciliò le diverse esigenze del suo spirito in una fusione armonica delle diverse tendenze. Conosciuto sopratutto come economista, Saverio Scrofani non può essere dimenticato come letterato; scrisse i suoi trattati di economia con lo stile di un dotto giornalista; le sue esperienze di viaggio trattano principalmente materia letteraria. Ai margini tra economia e letteratura, non seppe o non volle dedicarsi esclusivamente ad una sola vocazione; non seppe o non volle scegliersi una sola via da seguire, con tutta la portata e tutta la vitalità del suo ingegno molteplice. Non seppe o non volle.
L’attività di Saverio Scrofani è più varia e più complessa di quanto si possa immaginare. Ebbe cariche importantissime nel Granducato di Toscana, nella Repubblica della Serenissima e nel Regno di Napoli. Visitò Londra e Parigi, per curare le edizioni in inglese e in francese delle sue opere. Dalla capitale francese fu costretto a fuggire, per non finire sulla ghigliottina, sospettato di congiurare contro la Francia, nel periodo del Terrore, quando bastava molto meno per finire decapitato.
Per incarico della Repubblica veneta, a scopo di studio, visitò la Grecia, la Turchia, l'Egitto e le isole dell'Oriente europeo. Della sua vasta produzione, sono da ricordare: Memorie sulla libertà del commercio dei grani in Sicilia, presentate al re di Napoli; Riflessioni sopra le sussistenze desunte dai fatti osservati in Toscana; Memorie di economia politica; Viaggio in Grecia; Viaggio in Levante; Della dominazione degli stranieri in Sicilia e, in particolare, Tutti han torto. Quest’ultima opera, sui fatti osservati in Francia durante la rivoluzione.
In ogni suo scritto domina la tenace volontà di ricerca del benessere comune e del miglioramento della società del suo secolo, attraverso i grandi esempi del passato, non per soffermarvisi o ripeterne gli errori, ma per una logica evoluzione verso un mondo migliore. Fa riferimento alla storia per trarre spunto alle sue conclusioni concrete sulla necessità di mutuo rapporto tra nazioni che hanno uguale intensità di bisogni.
Le sue dissertazioni sull'agricoltura e sul commercio in generale delle nazioni di Europa, tendono a dimostrare l'utilità di una collaborazione diretta alla elevazione delle condizioni economico-sociali dei popoli. Le sue osservazioni nel campo dell'economia ebbero larga messe di consensi e di elogi, sia in Italia che all'estero. Consigli ed incoraggiamenti gli vennero, persino, da Adam Smith, il grande economista inglese, che aveva pubblicato la sua opera più famosa, quando lo Scrofani aveva appena vent'anni.
Come letterato, merita di essere ricordato sopratutto per il suo Viaggio in Grecia, un libro che, destinato ad essere un quadro sull'agricoltura e sul commercio nel Levante, risultò una raccolta di impressioni in cui la tecnica agricola e la parte economica sono appena accennate. Profondo motivo di amarezza, per lo Scrofani, è il contrasto stridente tra i ricordi di un passato luminoso e la cruda realtà di un presente meschino ed inglorioso. In quell'antica terra di eroi, di filosofi e di poeti, che lui è venuto ad analizzare come economista, ”ogni passo è un quadro, ogni quadro un sublime tratto di storia, ogni tratto di storia un insegnamento”.
Le pubblicazioni dello Scrofani interessarono economisti, geografi e letterati.
Chateaubriand, Malthe Brun, Monti e tanti altri si servirono, nelle loro opere, di citazioni e dati del Modicano. Madame de Staël gli tradusse in francese il Viaggio in Grecia; Adam Smith ne curò l'edizione in inglese. Amici fedeli, come il Bertola ed il Cesarotti, descrivono le sue avventure di viaggio ed illustrano le attività di questo antesignano del giornalismo italiano.
Il riconoscimento alla sua opera letteraria e scientifica gli venne dall'Accademia della Crusca, che lo nominò suo Socio, dall'Istituto Nazionale di Francia e dall'Accademia delle Iscrizioni e Belle Lettere, di cui fu corrispondente.
Fu, forse, l'unico rappresentante siciliano del movimento culturale reazionario, che si chiamò dell’illuminismo, e che si ispirava alla ragione e alla scienza, per combattere l'ignoranza, i pregiudizi e la tradizione. Senza voler pretendere di innalzarlo al livello degli inglesi Hume e Locke, dei francesi Voltaire e Montesquieu, e dei tedeschi Herder e Lessing, è ben degno di essere equiparato agli italiani Galiani, Genovesi e Beccaria.
Il suo apporto al neoellenismo non fu meno notevole di quello del Foscolo e dello Shelley. Perchè, mentre i versi di questi ultimi si ispirano alla bellezza classica dell'antica Grecia, ai suoi fasti e alle sue glorie, nelle opere dello Scrofani è intensamente vivo il rimpianto nostalgico per un mondo definitivamente scomparso.
Monti, sacri rifugi alle Muse, boschi risuonanti delle grida di ninfe e di satiri rincorrentisi, templi maestosamente superbi, sono i pallidi fantasmi del passato. Il presente è silenzio e distruzione. E il fiero popolo di eroi è letteralmente schiacciato sotto il tallone dominatore del turco. Visioni squallide, considerazioni dolorose, un contrasto assurdo, terribilmente vero, che è di pena infinita alla sua anima di artista e di accorata tristezza al suo cuore fanciullo di eterno vagabondo.
Giovanni Modica Scala
_________________________
Oltre alle opere citate nel testo, sono state pubblicate le seguenti:
Corso completo di agricoltura
Descrizione della Morea
Lettere sulle belle arti
La festa di Venere
Le guerre servili in Sicilia, sotto i Romani
Spiegazione di due vasi fittili, detti etruschi
Pesi e misure in Italia e in Francia
Donne francesi ed italiane
Illustrazione di un quadro di Pietro Novelli, il Monrealese
Sono rimaste inedite molte Memorie, Lettere, Considerazioni, Relazioni, Descrizoni, Rapporti ed Impressioni. Oltre quelli citati nel testo, lo Scrofani ebbe i seguenti titoli onorifici: Socio dell'Accademia degli Eccitati, Socio della Reale Accademia Fiorentina, Corrispondente della Società Colombaria Fiorentina, Socio della Reale Accademia Peloritana di Messina, Socio dell'Accademia Gioiena di Catania, Socio dell'Accademia dei Zelanti di Acireale, Socio Onorario della Pubblica Società Economica di Spalato, ed altri ancora.