Lettera di Salvatore Modica Scala alla moglie
Easton PA, 5 dicembre 1920
«Mia adorata Orazia,
al momento che aveva chiuso la presente mi arriva un’altra tua del 26 scorso e non puoi immaginare quale fu la mia grande gioia nel avere letto le prime tue richi, facendomi comprendere che Iddio ti ha dato la grazia di fare un bellissimo parto che hai dato alla luce un bel bambino maschio, io qui per la contentezza ho pagato a bere della bira a tutti quelli che stavano nella casa insieme con me e abiamo fatto un bridise alla salute del nostro deletto figlio che come tu mi dice tiene bellezzi quanto Iddio ci ne à potuto dare, speriamo ora che lo scanza di ogni male e qualche giorno di avere la fortuna di riabraciarlo ben grande.
Basta, mi hai fatto pure capire che il papà all’indomani l’à annunziato alla mia famiglia e sono venuti, voldire che il tuo parto estato una cosa momentaria che al momento non ci arrivava la levatrice, fammi sapere se la mia famiglia ci a venuto ogni tanto a farte visita. Ora fammi sapere tu come stai spero che non ti ha lasciato nessun male il parto che ormai il scanto l’ai passato, almeno il santo Natale ti lo fai col bambino nella tua stessa casa, è non ai bisogno di andare a vederlo nascere come l’anno scorso quando eravamo insieme.
Non altro attento altri tuoi buoni notizie mentre ti abraccio insieme al nostro deletto figlio sotto mi crede
il tuo caro Salvatore» – Easton PA, 5 dicembre 1920
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A suo tempo, mi fu riferito che mia madre aveva dato me alla luce alle ore 17 del 25 novembre del 1920, prima che arrivasse la levatrice, con l’assistenza di mia nonna Teresa. Mi fu detto anche che la sera, poche ore dopo il parto, mia madre si alzò per lavare, sulla pila, la biancheria sporca… Ovviamente, fui dichiarato il giorno appresso, 26 novembre; l’ufficiale dello stato civile non ritenne di riportare la mia data di nascita al giorno precedente