Rimpianto per un amore perduto
(poesia)
(poesia)
Maggio 1990
Disse l'albero all'uomo:
io ti compiango,
essere pensante
che sciogli le tue lagrime
sotto le mie fronde;
e non invidio le passioni,
gli amori e i sentimenti
che hanno agitato
la tua vita breve.
Io non ho memoria,
non ho ricordi
di vento e di bufera;
non ho amici di cui
piangere la perdita;
non ho rimpianti
dei rami e delle foglie
che ho perduto negli anni.
Non temo il giorno
in cui la lama
tagliente di un'accetta
farà del mio corpo
ceppi per il fuoco.
Sono stato. Non sarò.
Il nulla prima di me;
il nulla dopo di me.
Ma tu?
Tu che soffri
per un amore perduto,
per una gloria
che non hai raggiunto;
che soffri
per il mondo in cui vivi,
per la violenza
dei tuoi simili;
per la sofferenza
di chi ti è cara;
che vivi
nell'angoscia del futuro,
nell'impossibile sogno
di una immortalità
che ti è negata;
che temi la morte
non solo come fine della vita
ma come inizio
di una eternità sconosciuta,
nel terrore
di un inferno senza fine...
Per tutto questo, uomo,
valeva vivere?
È vero,
rispose l'uomo all'albero,
che sotto la tua luce
la mia vita può sembrare
priva di significato...
Eppure non cambierei
per nient'altro al mondo
il dolore che mi strugge
in una fuga d'attimi eterni.
Tu non conosci
la gioia dell'amore,
tu non conosci
il conforto nel dolore
di una parola amica.
Ora il mio cuore
è incoronato di spine,
lo stesso cuore
che in giorni lontani
visse una primavera
stupenda d'amore
con la donna
che diede alla mia vita
pienezza di contenuto,
e al mio cuore
l'eternità del tempo.
(Giovanni Modica Scala, maggio 1990)
[immagine: Caspar David Friedrich, Paesaggio al chiaro di luna]
io ti compiango,
essere pensante
che sciogli le tue lagrime
sotto le mie fronde;
e non invidio le passioni,
gli amori e i sentimenti
che hanno agitato
la tua vita breve.
Io non ho memoria,
non ho ricordi
di vento e di bufera;
non ho amici di cui
piangere la perdita;
non ho rimpianti
dei rami e delle foglie
che ho perduto negli anni.
Non temo il giorno
in cui la lama
tagliente di un'accetta
farà del mio corpo
ceppi per il fuoco.
Sono stato. Non sarò.
Il nulla prima di me;
il nulla dopo di me.
Ma tu?
Tu che soffri
per un amore perduto,
per una gloria
che non hai raggiunto;
che soffri
per il mondo in cui vivi,
per la violenza
dei tuoi simili;
per la sofferenza
di chi ti è cara;
che vivi
nell'angoscia del futuro,
nell'impossibile sogno
di una immortalità
che ti è negata;
che temi la morte
non solo come fine della vita
ma come inizio
di una eternità sconosciuta,
nel terrore
di un inferno senza fine...
Per tutto questo, uomo,
valeva vivere?
È vero,
rispose l'uomo all'albero,
che sotto la tua luce
la mia vita può sembrare
priva di significato...
Eppure non cambierei
per nient'altro al mondo
il dolore che mi strugge
in una fuga d'attimi eterni.
Tu non conosci
la gioia dell'amore,
tu non conosci
il conforto nel dolore
di una parola amica.
Ora il mio cuore
è incoronato di spine,
lo stesso cuore
che in giorni lontani
visse una primavera
stupenda d'amore
con la donna
che diede alla mia vita
pienezza di contenuto,
e al mio cuore
l'eternità del tempo.
(Giovanni Modica Scala, maggio 1990)
[immagine: Caspar David Friedrich, Paesaggio al chiaro di luna]